La Traviata del “Lampadario” a Roma

Lisette Oropesa, Saimir Pirgu, Roberto Frontali tra i protagonisti del film opera diretto da Daniele Gatti, con la regia di Mario Martone su Rai3 dal Teatro dell’Opera di Roma.

 

 

Sulla La Traviata di G. Verdi è stato scritto di tutto e di più nel corso degli anni, sulle caratteristiche dei personaggi, della visione verdiana del periodo, della visione della donna in questione, sull’essenza dell’amore e sulla figura del padre.

Quindi non inizieremo questa breve disgressione ripetendoci e riproponendo la storia di Violetta, Alfredo, Germont, ecc, …la conosciamo tutti.

Vogliamo invece portare l’attenzione riferendoci alla messa in scena al Teatro dell’Opera di Roma del film opera andato in onda su Rai3 lo scorso 9 Aprile 2021.

Visti i tempi di pandemia, che ci tiene tutti distanti da uno dei luoghi di cultura per antonomasia, il Teatro dell’Opera di Roma, così come altri Enti e Fondazioni, si è cimentato per la seconda volta in una produzione di questa nuova forma, il film opera appunto (il primo esperimento con un riuscito Il Barbiere di Siviglia), con la regia di Mario Martone.

Registicamente Martone riesce sempre ad essere innovativo e a far risaltare agli occhi elementi nuovi i quali, aiutato dal montaggio di un film opera, fanno sì che il risultato sia un buon prodotto televisivo. Ha utilizzato infatti tutti gli spazi del Teatro Costanzi per girare le varie scene: dalla platea ai palchi, dai foyer alle scalinate, aggiungendovi pochi elementi scenici se non alcuni arredi indispensabili, come il letto, la grande tavola della festa (che poi si trasforma in tavolo da gioco) e gli immancabili divani e poltrone. Molti i simboli, come ad esempio i cappotti gettati sul letto di Violetta a simboleggiarne il via vai dei suoi assidui frequentatori.

Sempre presente il grande lampadario del Costanzi che sovrasta la sala, e che è stato uno dei protagonisti indiscussi della produzione. Non infatti è passato inosservato a quasi 1 milione di spettatori davanti al teleschermo, e da qui nasce il nome attribuito dai social a questa produzione: “La Traviata del lampadario”.

Ma si sa, sui social si scrive di tutto, e di tutto è stato scritto la stessa sera della messa in onda scatenando una diatriba che ancora oggi continua su stili, tradizioni, tempi, voci.

Daniele Gatti, sul podio del Costanzi, porta in scena una direzione musicale nuova, frutto di uno studio sulla partitura verdiana (prima versione) in cui vuole fare emergere non il languore, ma, attraverso la musica, il ritmo ed i tempi serrati, gli stati d’animo dei personaggi, la tensione.

Bene, gli è riuscito perfettamente, interpretando una Traviata che musicalmente risulta “isterica”. Era probabilmente il suo intento, stringendo al limite del possibile i tempi dei recitativi, che però sono risultati incomprensibili; tempi rapidissimi anche nei momenti in cui, proprio attraverso la parola, doveva essere sottolineata la drammaturgia verdiana, che invece è stata stroncata del tutto dal tempo maniacalmente metronomico a discapito del canto e dei cantanti.

Proprio così, un’opera non può essere eseguita al metronomo, perché è la musica stessa che nasconde il fraseggio da seguire, gli accenti, i momenti concitati e quelli più drammatici. Verdi stesso indica chiaramente i tempi cercando di essere precisissimo come lui stesso scrive in una lettera, quindi c’è poco da ricercare, basta leggere, comprenderne lo spirito e poi dare modo al cantante di eseguire sul fiato le frasi musicali, siano esse melodiche o di agilità, ma naturalmente, sempre respirando assieme ad esso.

Sarebbe bastato appunto qualche respiro in più per dar modo ai cantanti di esprimersi, evitando di adagiarsi come spesso accade, sul canto. Invece, si è notato chiaramente l’immenso sforzo che hanno fatto tutti gli artisti per star dietro alla furia dei tempi imposti da Gatti.

Saimir Pirgu

Lisette Oropesa (Violetta), soprano di calibro e con voce da lirico-leggero, ha provato in tutti i modi a seguire quei tempi rocamboleschi a discapito del canto. Infatti, per non andare fuori tempo, non riesce ad esprimere vocalmente il suo personaggio: recitativi stringati, impervie prese di fiato cortissime, e la voce che comincia a vibrare continuamente per la tensione. Peccato. Lisette Oropesa ha cantato tante volte questo ruolo, ma mai si è notata così in difficolta come in questa serata. Resta sempre una grande artista e nulla le si può ascrivere.

Anche l’Alfredo di Saimir Pirgu risulta sbiadito. Pirgu possiede bella voce tenorile, ma anche lui, in grosse difficoltà, ha dovuto ricorrere molto spesso a dei falsettoni fastidiosi e a stroncare i recitativi che sono risultati frettolosi ed incomprensibili a discapito della musicalità e del fraseggio.

Dei tre protagonisti, lo Germont di Roberto Frontali è quello meglio riuscito. Certo l’esperienza ha giocato molto in suo favore in questa produzione. Frontali è riuscito, pur nei limiti, ad uscire indenne dalla serata. La voce ancora risponde bene e scenicamente ha eleganza da vendere.

Roberto Frontali

Il resto del cast non ha brillato in generale, alcuni di loro provenienti dall’accademia del teatro, tra i quali: Anastasia Boldyreva (Flora), Angela Schisano* (Annina), Rodrigo Ortiz*(Gastone), Roberto Accurso (Barone Douphol), Arturo Espinosa* (Marchese D’Obigny), Andrii Ganchuk**(Dottor Grenvil), Francesco Luccioni (Un commissario), Leo Paul Chiarot (domestico di Flora), Michael Alfonsi (Giuseppe).

Un’occasione mancata per questa Traviata, dove grandi assenti sono stati pathos, trasporto, musicalità e respiro. Proprio quel “respiro” di cui il canto è intriso e per il quale l’opera fa sognare il mondo intero. Non c’è canto senza respiro, non c’è pathos senza respiro, non c’è musica senza il respiro! E’ rimasta però, forte e chiara, l’ansia e la frenesia di una grande corsa tutta d’un fiato e di una bacchetta poco espressiva.

lisette-oropesa_

 

Traviata2@FabrizioSansoni

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione 2020-2021

LA TRAVIATA

Opera in tre atti di Francesco Maria Piave

da La dame aux camélias di A. Dumas figlio

Musica di Giuseppe Verdi

Violetta Valery Lisette Oropesa

Flora Anastasia Boldyreva

Annina Angela Schisano*

Alfredo Germont Saimir Pirgu

Giorgio Germont Roberto Frontali

Gastone Rodrigo Ortiz*

Barone Douphol Roberto Accurso

Marchese D’Obigny Arturo Espinosa*

Dottor Grenvil Andrii Ganchuk**

Un commissario Francesco Luccioni

domestico di Flora Leo Paul Chiarot

Giuseppe Michael Alfonsi

*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

**diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del teatro dell’Opera di Roma

Performers Balletto Civile

Direttore Daniele Gatti

Regia e scene Mario Martone

Maestro del Coro Roberto Gabbiani

Coreografia Michela Lucenti

Costumi Anna Biagiotti

Fotografia Pasquale Mari

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma

Rai3 – 9 Aprile 2021

 

 

Photo©FabrizioSansoni

 

Salvatore Margarone

La recensione si riferisce alla trasmissione dell’opera su Rai3 del 9 Aprile 2021

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